giovedì 18 marzo 2010

La morte degli innamorati.


Lui sapeva della morte
solo quello che tutti sanno,
che ti prende, e in una muta dimora
ti spinge.
Così quando lei, da lui,
no, non strappata,
ma lievemente sciolta dai suoi occhi,
scivolò ad ombre ignote,
e lui capì che laggiù,
il suo sorriso di fanciulla
era come una luna a far del bene,
allora i morti a lui furono noti,
quasi per lei di loro con ognuno
fosse parente
e lasciò parlare gli altri
senza prestarvi fede
e quella terra bellissima chiamò
ed ameno luogo,
e la tastò
per giungere ai suoi piedi.


Trattasi della mia ricostruzione di una poesia letta tantissimi anni fa in un libro di R. M. Rilke, annotata su un foglietto, poi andato smarrito. L'ho cercata tanto, ma nemmeno S. Google ci ha potuto. Mi piacerebbe che qualcuno potesse aiutarmi a ritrovarla.

Intervista a Mariano Chicho Frumboli, di Milena Plebs.

E' tutto vero.

Chico ha davvero rilasciato l’intervista che vi accingete a leggere.

Voi stessi, con i vostri occhi, potrete leggerla in lingua originale, qui.

A qualcuno sembrerà sconvolgente. Qualcun altro ne resterà turbato. Molti se ne rallegreranno, altri godranno di una rivincita che (detto inter nos) non credo sia la loro.

Io, nel mio piccolissimo, me ne compiaccio, come chi si compiace di un cerchio che si chiuda. Me ne rassicuro, come chi si rassicura di un senso ritrovato.

Da El Tangauta

Milena Plebs: Ma a volte, coloro che iniziano a ballare, rischiano di perdersi tra tutte le molteplici opzioni.

Chicho: Sono già completamente persi! Io ho imparato con gli ultimi grandi milongueros. Ho preso le informazioni direttamente da loro stessi. Coloro che iniziano a ballare non hanno questa esperienza. Invece, imparano dalla generazione intermedia di cui faccio parte: siamo il legame tra i vecchi ballerini e i giovani. Il problema è che abbiamo sbagliato qualcosa nel nostro insegnamento e me ne assumo la totale responsabilità, così come dovrebbero fare altri miei colleghi. Non ho trasmesso ciò che ho imparato. Ero preso dalla follia della creatività, perché ho visto una nuova strada nell’evoluzione del tango. Mi sono buttato a capo fitto lì in mezzo e così ho perso la facoltà di trasmettere l’essenza del tango, malgrado l’avessi molto forte dentro di me. A causa di ciò, oggi, sento che ci sono molte persone che non capiscono o non sanno qual è la reale essenza di questa danza.

Milena Plebs: Balli da 15 anni. Quali cambiamenti hai notato nell’evoluzione di questa danza?

Chicho: Prima, la gente lavorava con precisione e con una estetica particolare, in maniera funzionale e meccanica che davano una forma e uno stile. Fare un movimento o un passo implicava una espressione di tutto il corpo. Adesso, non solo l’essenza è perduta, ma anche il peso della danza, la sua densità e la sua importanza. Per me questo nuovo tango è in qualche modo irrispettoso per ciò che è il tango.

Milena Plebs: Pensi che le persone che danzano automaticamente, ripetendo delle sequenze, potrebbero farlo in modo più interiorizzato?

Chicho: Una domanda del genere richiederebbe molte spiegazioni! Tu sai, perché sei un insegnante tu stessa, attualmente la pedagogia del tango è molto più decodificata rispetto a dieci anni fa ed è più facile imparare. Oggi vedi una volcada e una colgada e sono la stessa cosa, perché sono state “comprate” nello stesso pacchetto. Allora, tra fare un sandwichito o una volcada… la gente preferisce la volcada perché attira di più l’occhio. Nel tango le persone sono molto egocentriche ed individualiste. Non fanno un sandwichito per godere di quel momento, ma preferiscono eseguire qualche cosa che li metta più in risalto e in valore. Nel mondo musicale, Astor Piazzolla ha rotto con tutto, ma se lo ascolti è pur sempre tango. Oggi nella danza, molti pensano di essere dei Piazzolla, ma non lo sono. Vedo uomini e donne che sono unicamente preoccupati del modo in cui vengono guardati. È una situazione estremamente complicati perché dobbiamo confrontarci con la personalità e l’identità porteña.

Milena Plebs: Ma i milongueri delle altre epoche erano anche porteñi?

Chicho: Si, ma questi milongueros avevano rispetto, delicatezza e sensibilità. Era totalmente differente. Riconosco che il mio ruolo è contraddittorio perché anch’io ho contribuito a questa situazione avendo creato questa corrente. All’epoca ero stanco dei codici restrittivi dei milongueros che non corrispondevano ai miei tempi e, essendo ribelle, ho cercato di seguire il mio proprio cammino. Oggi sono tornato ad essere un milonguero (ride): sono contrario alle persone che non praticano il cabeceo, che non hanno codici o rispetto. Il valore del tango è stata diluita. È per questo motivo che affermo che molti ballerini sono perduti, stanno in piedi giusto per ballare e si muovono per due ore come degli zombie ed è molto triste a vedersi.